Marsala-Mazara gemelle di gusto

Nel lembo di terra più a ovest della Sicilia, un mix di arte, bellezza e sapori: per godere della quiete del mare in inverno, dei trattamenti al sale, dei celeberrimi vini e del cous-cous di pesce

 

Come il Madeira, anche il Marsala è un’invenzione degli inglesi. Che amavano particolarmente i vini dolci, liquorosi, densi al palato e ricchi di sapore.
E fu proprio uno di loro, John Woodhouse, alla fine del ‘700, durante le campagne napoleoniche, a far conoscere ai propri concittadini il nettare da lui prodotto nella parte più occidentale della Sicilia. A Marsala, appunto, in provincia di Trapani. A Woodhouse seguirono poi gli Ingham e i Whitaker, ma ancora oggi il cognome indissolubilmente legato al vino marsala è quello dei Florio, famiglia importante non solo per l’economia siciliana, ma per la stessa storia d’Italia. I Florio infatti furono tra gli “sponsor” dell’impresa garibaldina del 1860 che ebbe inizio proprio a Marsala, sotto lo sguardo complice della flotta inglese. Poi, nel ‘900, divennero celebri come organizzatori di imprese sportive. Imprenditori illuminati, insomma, che avevano fatto del proprio marchio un simbolo di eccellenza globale… ben prima della globalizzazione. Oltre alle cantine (tel. 0923781111 www.duca.it/florio), merita una visita
l’enoteca storica, con bottiglie vecchie di decine e decine d’anni, comprese quelle destinate all’esportazione negli Usa durante il proibizionismo: classificate come “bevanda medicinale” per aggirare i divieti.

Eredità moresca, tra vini e dolci
La collocazione del territorio, incuneato tra due mari, le caratteristiche del suolo, il microclima, fanno della fascia costiera tra Marsala e Mazara del Vallo (TP) un vero
paradiso per il vino. Con numerose varietà locali di vitigni tra cui Grillo, Inzolia, Catarratto e Damaschino da cui si ricavano appunto le diverse tipologie del celebre vino liquoroso Marsala e le sue varianti: secco, semisecco e dolce. Al Marsala si aggiunge l’altrettanto celebre Zibibbo e il bianco secco che se ne ricava, ideale per i piatti di pesce della cucina locale. Lo Zibibbo fu introdotto dagli arabi, dominatori dell’isola per oltre 4 secoli, come attesta l’etimo “zabib”, che in arabo significa uvetta. Come arabo è lo stesso nome di Marsala: Marsah Allah, cioè “porto di Dio”, ovviamente per la posizione strategica. E per concludere con i mori, una citazione d’obbligo va alla famosa Frutta Martorana, l’università per ogni chef pasticcere. Realizzata in pasta di mandorle e miele (tipo marzapane, ma più dolce), riproduce le più diverse varietà di frutti. Una vera e propria espressione d’arte che unisce non solo abilità nel dosaggio degli ingredienti, ma anche capacità nel modellato e nella pittura, con colori a base di essenze commestibili. L’esito finale sono le piccole delizie dolciarie che sembrano veri e propri frutti appena colti dall’albero e che esaltano il palato con il loro gusto inconfondibile.

Eredità cartaginese
A un altro inglese, Joseph Whitaker, si deve invece l’avvio di importanti campagne archeologiche che nel tempo hanno portato alla luce i resti dell’antica città punica di Mozia, sull’omonima isola al centro dello Stagnone di Marsala, la grande laguna a nord del centro abitato famosa per le saline. Ma andiamo con ordine: Mothya era una colonia cartaginese, fondata nel VIII secolo a.C. e sviluppata fino a diventare un importante centro commerciale e marittimo. Il suo declino risale al 397 a.C. ad opera di Dionisio di Siracusa, che la assediò e la distrusse. I superstiti fondarono sulla terraferma la città di Lilybeo (l’odierna Marsala), passata poi ai romani dopo le Guerre Puniche che finirono con il cancellare definitivamente le tracce dell’antico insediamento.
Fino a quando nel 1906 Whitaker, diventato proprietario dell’isola, cominciò a scavare. Nel 1979 la scoperta più importante: la statua dell’Auriga (o Efebo), risalente al V sec. a.C., dal portamento fiero e dalla lunga veste a panneggi. Si può ammirarla nel Museo Whitaker (tel. 0923712598 http://web.tiscali.it/fondazionewhitaker/) con ceramiche puniche, vasi corinzi, statuette di divinità e la grande lastra con due leoni che azzannano un toro anticamente posta alla sommità di una porta urbica. Nell’area archeologica, da visitare la Casa dei Mosaici, il kothon (porto interno) quadrangolare, il santuario di Cappiddazzu e i resti delle mura. La full immersion nelle antichità archeologiche può concludersi al Parco e Museo Lilibeo-Baglio Anselmi, a Capo Boeo, appena fuori il Bastione Nord del centro storico di Marsala. Qui,
oltre ai resti di un’insula (casa padronale) romana dai ricchi mosaici, si conserva il relitto di una nave cartaginese, unico reperto archeologico al mondo di imbarcazione fenicia da combattimento.

Sapore di sale
Prima (o dopo) la visita di Mozia bisogna dedicare qualche ora alle saline dello Stagnone, a partire dall’imbarcadero dei piccoli traghetti per l’isola. La creazione delle saline risale al XVI secolo, sotto il dominio spagnolo, e, dopo 500 anni, sono ancora in attività. Il paesaggio è caratterizzato dall’abbacinante candore dei cristalli raccolti in enormi cumuli, protetti in inverno da tegole. e dal riverbero dell’acqua nelle vasche di evaporazione, separate da sottili strisce di terra su cui, come in un miraggio, sorgono di tanto in tanto gli antichi mulini a vento che servivano per azionare le pompe idrauliche o macinare il sale.
Tre perfettamente restaurati e funzionanti uno dei quali fa anche da centro di visita e museo (Saline Ettore e Infersa, tel. 0923733003 www.salineettoreinfersa.com). E il sale, oggi, non è più solo l’umile ingrediente di cucina, ma una fonte di benessere per trattamenti, bagni e cosmesi. Numerosi prodotti di bellezza si possono acquistare nel piccolo negozio all’interno del mulino stesso.

Il Satiro danzante
Tra Marsala e Mazara del Vallo, la città che vanta la più grande flotta peschereccia del Mediterraneo, lunghi filari di viti coprono ettari ed ettari di terreno costellati da bagli (fattorie) dal fascino antico. Alcuni sono ricostruiti con grande cura, testimonianza di un passato opulento e di un presente non meno operoso. La chiesa di San Michele è tra le gemme del bellissimo centro storico di Mazara, meritevole di una visita non frettolosa. Ma è l’ex chiesa gotica di Sant’Egidio a custodire il tesoro più prezioso: la statua bronzea del Satiro danzante, opera che alcuni studiosi attribuiscono a Prassitele (IV sec a.C.), trovata nel 1998 da pescatori mazaresi nelle acque del Canale di Sicilia. Un capolavoro paragonabile per importanza ai Bronzi di Riace e che da solo vale il viaggio.

Di qua e di là dal mare
Da visitare anche il porto canale e l’antica kasbah, reticolo di stradine e vicoli che richiama quella di Tunisi, distante poco più di 100 km. Qui vive la numerosa comunità magrebina della città (il 15% della popolazione), tanto che sembra davvero di essere sull’altra sponda del Mediterraneo, richiami del muezzin inclusi.
Proprio la lunga influenza araba e, perché no, il ritorno in massa di tunisini e magrebini nei settori agricoli e della pesca abbandonati dagli italiani, ha fatto del cous-cous di mare (cuscùsu in dialetto) il piatto tipico mazarese. Con i pesci al posto della carne, grani più grossi di semola, la tradizionale incocciata a vapore e magari qualche gambero rosso di Mazara per guarnizione. Altri piatti tipici del posto sono la pasta con le sarde e le busiate al tonno. Il nome di questo maccheroncino deriva dal fatto che nella preparazione artigianale si adoperava il buso (un ferro simile a quelli da calza) per ottenere la caratteristica forma a spirale. Immancabile, anche qui, una ricca pasticceria. Con i cappidduzzi (lett.: cappellini) di ricotta di pecora, i cassateddi con fichi secchi, piccoli capolavori di modellato cui i pasticceri conferiscono le forme più strane, i mustazzoli (biscotti) al vino cotto e i classici sfinci, soffici e a forma di ciambella, nella variante locale a base di patate.

 

Dove dormire

• Marsala
Best Western Hotel Stella d’Italia Di fronte alla splendida Chiesa Madre, con una pregiata collezione di quadri e sculture di arte contemporanea. Punto di partenza ideale per le saline, Mozia, le Egadi e l’intero Trapanese.

• Mazara del Vallo Meliaresort Dimore Storiche tel. 0923906497
www.meliaresort.it In un edificio storico nel cuore arabo di Mazara, a due passi dal Museo del Satiro Danzante.

INFO/APP
Comune di Marsala www.turismocomunemarsala.com
Apt Mazara del Vallo tel. 0923941727 www.comune.mazaradelvallo.tp.it
Sicily Histories è un’applicazione per dispositivi iOS e Android che vuol fare appassionare alla cultura e alla storia della Sicilia. I visitatori, grazie al proprio smartphone o tablet, possono vivere la gita nei panni di personaggi storici del luogo che visitano, esplorando il territorio secondo itinerari tematici che attraversano la Sicilia da Marsala a Capo Passero.