Grado, non solo spiagge

Tra mare aperto e laguna, memorie millenarie e sguardo sul futuro, una meta capace di soddisfare ogni esigenza.
A cominciare dal palato
 

Il nome latino Gradus indicava la sua funzione di scalo sul mare aperto, verso il porto fluviale della vicina Aquileia. Di quel lontano passato, Grado conserva importanti testimonianze, ma questa rinomata località in provincia di Gorizia è anche proiettata al futuro, con un’offerta di turismo balneare declinata ai massimi livelli: anche di sicurezza, dopo la recente emergenza sanitaria. In più, dispone di un eccezionale patrimonio naturalistico nella laguna che la separa dalla terraferma. Un ecosistema trasformato in riserva biologica e memoria di antichissimi mestieri e tradizioni.

Sulle ali dell’Aquila
Aquileia era l’unico porto romano dell’Adriatico settentrionale, dove arrivavano merci da tutto l’Oriente. La città, quarta per importanza dell’intera Penisola, segnava anche il termine di quella Via Postumia che la univa all’altra “porta” del Nord (Janua, in latino, ossia Genova) attraverso l’intera Gallia Cisalpina (la Pianura Padana) toccando Concordia Sagittaria, Vicenza, Verona, Cremona, Piacenza e Tortona. Da Aquileia partivano anche le strade che collegavano l’Italia alla valle del Danubio, ossia alle province di Norico e Pannonia (Austria e Ungheria). Oggi la Aquileia romana è uno dei siti archeologici più importanti d’Italia e Patrimonio Unesco. Importantissime anche le testimonianze medievali, con la Basilica dell’Assunta risalente all’XI secolo, epoca in cui i suoi patriarchi governavano un territorio più esteso dell’attuale Friuli. Un percorso ciclabile di grande suggestione e alla portata di tutte le gambe collega Grado ad Aquileia attraverso la laguna.

Arte “paleo” e contemporanea
La storia plurisecolare di Grado è racchiusa nel bellissimo centro storico della città. Nel dedalo delle vie dell’antico castrum romano e nelle chiese medievali: la basilica paleocristiana di Sant’Eufemia con il suo Battistero, la basilica di Santa Maria delle Grazie e i ruderi della basilica della Corte. Al dominio della Serenissima risalgono invece le calli, ingentilite da piazzette alberate, strette scale, finestre fiorite e i caratteristici comignoli. Ma il centro non è certo un museo, dato che vanta anche numerosissime botteghe, gallerie, atelier di artisti, alcuni dei quali aperti d’estate a workshop e laboratori. Tra i più rinomati, quella di Nico Gaddi (www.nicogaddi.it), il Laboratorio d’arte Anzolo di Giovanni “Johnny” Cester, Gianni Maran Art Gallery (www.giannimaran.it), i laboratori orafi Oricalco e Foglianera (www.foglianera.it) compresi tutti nel fazzoletto di strade che contorna le basiliche. Perché la bellezza è senza tempo e l’arte antica può andare a braccetto con quella contemporanea.

In spiaggia e in bici
C’è un numero significativo per quanto riguarda la Grado balneare: il 28. Si tratta degli anni consecutivi nei quali la località è stata insignita della Bandiera Blu per la qualità ambientale, dell’acqua e dei servizi. Riconoscimento meritato. Esposta a sud, con ampi arenili di sabbia fine, un mare pulito e poco profondo, a Grado sono di casa tutte le attività legate alla vita da spiaggia. Per bambini, famiglie e giovani, per sportivi e per chi invece ama il relax. Con un’attenzione particolare al benessere, grazie alle Terme Marine, con parco acquatico, piscina ergonomica di 85 metri, idromassaggio, cascate d’acqua, vasche termali, trampolini e giochi. Ricchissimo e variegato il comparto di ritrovi, ristoranti e centri sportivi per la pratica di vela, canoa, kitesurf e beach volley. Sviluppatissima anche la rete di piste ciclabili con percorsi nel verde, lungo il mare, in zone umide, aree naturalistiche e siti archeologici (servizio di bikesharing Ride Me, www.rideme.it). Il tutto messo a norma in base alle recenti disposizioni sanitarie, senza dimenticare che il Friuli risulta tra le regioni italiane meno colpite dall’epidemia di Covid-19.

In laguna al ritmo delle stagioni
Perla di Grado è l’ecosistema lagunare che la separa dalla terraferma. Qui, un tempo, si viveva nel cason, rustica abitazione con telaio di legno ricoperta di cannicci. Per difendersi dalla Bora il cason non aveva aperture verso nord, ma solo una porta e una piccola finestra esposte a sud. Nato come rifugio provvisorio, nei secoli si è trasformato in una vera e propria abitazione stabile dei pescatori che la utilizzavano anche come magazzino per le reti. La pesca seguiva i ritmi delle stagioni e delle maree, d’inverno si andava a caccia di anatre con lo sciopetòn, un rudimentale fucile collocato a prua delle barche. I casoneri tornavano a Grado solo tre volte l’anno: Natale, Pasqua e il 12 luglio, per la sagra dei patroni Ermagora e Fortunato.

Le chicche di Grado

Viale del tramonto
Sarà anche banale, ma di sicuro è romanticissimo: assistere al tramonto del sole sulla laguna dalla Diga Nazario Sauro, ovvero la passeggiata pedonale a mare che contorna a sud il centro storico. Con pensiline, panchine, giochi d’acqua e una particolare illuminazione che la rende suggestiva anche dopo il calar della sera.

Sarduni & Co.
Dal 1930 la Cooperativa Pescatori Zeromiglia
(www.zeromiglia.it) offre i prodotti della pesca giornaliera anche ai privati, con ristorante per chi vuole gustarsi la genuinità nel piatto. Nei weekend tra luglio e agosto c’è la Sardelada, degustazione di alici (dette sarduni), piatto tipico dell’isola. Dal 2004, i sarduni salati sono classificati prodotto agroalimentare tradizionale del Friuli - Venezia Giulia. Inoltre le tradizionali seppie in umido vengono riproposte in una ricetta esclusiva detta Sepe sofegae. Altro piatto tipico è il Bisato in speo (anguilla allo spiedo):  gli spiedi sono rami di alloro su cui si alternano pezzi di anguilla e foglie della pianta aromatica e si rosolano sulla brace per almeno 4-5 ore.

Un’Anfora a pranzo
L’isoletta di Anfora si trova al confine tra la Laguna di Grado e quella di Marano e fino agli anni ‘60 del secolo scorso era abitata tutto l’anno da famiglie di pescatori. Il nome, anche in questo caso, è legato alla sua antica funzione di magazzino del porto di Aquileia. Raggiungibile in barca da Grado (Motonave Cristina: tel. 3355302378, Mirko Boat: tel. 3454686207, Laguna Taxi Service: tel. 3395329064), durante il tragitto si ha modo di ammirare la natura e i tipici casoni della laguna. All’arrivo, alla Trattoria Ai Ciodi (www.portobusoaiciodi.it) della famiglia Tognon, si possono degustare i piatti tipici della cucina locale a base di pesce pescato dagli stessi proprietari. Per chi volesse pernottare, nell’edificio che era un tempo la scuola elementare sono state ricavate sei camere dell’Albergo Diffuso Ai Ciodi.

Con Snoopy e Fido
Grado è stata tra le prime località balneari italiane ad attrezzare spiagge dog friendly per i villeggianti, sempre più numerosi, che soggiornano con quadrupede al seguito. Il Lido di Fido e la Spiaggia di Snoopy dispongono di docce apposite, percorsi attrezzati e altre strutture dedicate al benessere animale e alla tranquillità dei loro “bipedi di riferimento”.

Riserva  di Valle Cavanata
Da Grado, a una decina di km in direzione Monfalcone (percorribili anche in bici su pista ciclabile), si arriva alla Riserva naturale della Valle Cavanata (www.vallecavanata.it), area naturalistica protetta riconosciuta di valore internazionale quale habitat per uccelli acquatici. Qui sono state rilevate oltre 260 specie di uccelli, tra cui una colonia di fenicotteri.
Un vero e proprio paradiso per birdwatcher. Proseguendo per altri 7 km si raggiunge il pittoresco villaggio di pescatori di Punta Sdobba, alla foce dell’Isonzo, fatto di minuscole case a un solo piano.