Le piante succulente – comunemente chiamate “grasse” – sono tra le più affascinanti del mondo vegetale. Nonostante ciò, sono ancora troppo poco valorizzate nelle composizioni ornamentali. Eppure, alcune varietà presentano forme scultoree
e colori tanto sorprendenti da competere in bellezza con i fiori più appariscenti. Un’occasione da non perdere, soprattutto per chi ama decorare con il verde in modo originale e a bassa manutenzione.
Piccole meraviglie naturali
Le succulente sono spesso la porta d’ingresso al mondo del giardinaggio. Chi non ha mai ceduto al fascino di quei piccoli vasetti che, ordinati in fila sui banchi dei garden center, offrono un caleidoscopio di forme e colori? Tuttavia, il primo acquisto è quasi sempre impulsivo, accompagnato da vaghe indicazioni (“non serve molta acqua”, “ha bisogno di luce”) che spesso conducono all’insuccesso.
Tra le specie più note e facilmente reperibili ci sono le Echeverie, i Sedum, e i Graptopetalum. Queste piante, oltre ad avere un alto valore estetico, sono praticamente perenni e si prestano benissimo a creazioni vegetali suggestive. A seconda dello spazio disponibile – che sia un angolo della casa, un terrazzo o un giardino – si può scegliere la varietà più adatta in base a dimensioni, luce e temperature.
Tre piante perfette per cominciare
Per chi è alle prime armi, conviene partire da specie semplici e adattabili. Un ottimo inizio sono le Haworthia, perfette per la coltivazione indoor: in natura crescono all’ombra di altre piante e tollerano bene anche la penombra. Chi ha un terrazzo può orientarsi verso le Echeverie, che sviluppano rosette affascinanti dai colori cangianti: dal verde-azzurro al rosato, fino al viola. Se invece si preferiscono varietà più spinose, un’opzione interessante è l’Opuntia (comunemente nota come fico d’India), disponibile anche in versioni compatte.
Una regola fondamentale, soprattutto all’inizio, è evitare di annaffiare troppo. Le piante succulente temono più l’eccesso d’acqua che la siccità. Non esiste una quantità d’acqua standard: molto dipende dalle condizioni ambientali. In generale, è bene bagnare solo quando il substrato è completamente asciutto, evitando che l'acqua ristagni alla base.